01 - Reckless. Lo specchio dei mondi by Cornelia Funke

01 - Reckless. Lo specchio dei mondi by Cornelia Funke

autore:Cornelia Funke [Funke, Cornelia]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-06-01T08:01:09+00:00


Volpe lo squadrò come se sapesse dove stava andando. Era sempre così.

Lo conosceva meglio di se stesso. Ma era stanca di avere paura per lui. E la

col era era tornata. Non gli perdonava né l’incantesimo d’amore al Rio del e

Al odole né che fosse andato al a fortezza senza di lei. E tanto meno che

adesso stesse per abbandonarla di nuovo.

Smettila una volta per tutte!

Lo dicevano i suoi occhi.

E come, Volpe?

Jacob si alzò.

Il treno diventava sempre più grande, divorando prati e campi, e Volpe

lo scrutò come se trasportasse la morte in persona.

Dieci ore per Vena. E poi, Jacob? Non sapeva nemmeno con precisione

quando avrebbe avuto luogo la cerimonia nuziale. Ma non voleva pensare. I

suoi pensieri erano di giada.

Scese incespicando giù per il poggio. Valiant gli urlò dietro qualcosa, ma

lui non si voltò. L’aria si andava riempiendo del fumo e del rumore del

treno. Prese a correre più veloce, la mano afferrò una maniglia di ferro, i

piedi trovarono l’appoggio di un predellino.

Dieci ore. Tempo per dormire e dimenticare tutto. Tranne il segreto che

la Fata Rossa gli aveva svelato sul a sua oscura sorel a.

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CANE E LUPO

T ram, carrozze, carri, cavalieri, soldati, operai, mendicanti e borghesi.

Cameriere con grembiuli inamidati e nani che si facevano aprire un varco

tra la fol a dai loro servitori umani. Jacob non aveva mai visto le strade di

Vena così gremite. Il rumore davanti al a stazione non si distingueva molto

da quello del mondo in cui era nato, e gli ci vol e quasi un’ora per

raggiungere l’albergo dove al oggiava sempre quando veniva nel a capitale.

Le camere assomigliavano più al a stanza dei tesori di Barbablù che non

al a spoglia sobrietà del a locanda di Chanute, ma a Jacob piaceva

crogiolarsi di tanto in tanto in un letto a baldacchino. Inoltre pagava una

del e donne di servizio perché gli tenesse sempre pronti dei vestiti puliti che

fossero adatti non solo a una passeggiata fra le vie della città imperiale, ma

anche a un’udienza a palazzo. La ragazza non fece una piega quando le

consegnò i suoi indumenti sporchi e insanguinati. Era abituata a vedergli

quel e macchie addosso.

Quando uscì per recarsi a palazzo, le campane del a città suonavano le

dodici. Sui muri di molti edifici, scritte contro i Goyl imbrattavano le foto

ufficiali della coppia regale. I manifesti facevano a gara con i titoli pomposi

dei giornali venduti agli angoli delle strade: PACE ETERNA… EVENTO

STORICO… DUE MASSIME POTENZE… IL NOSTRO POPOLO… La

stessa predilezione per i paroloni che c’era al di qua del o specchio.

Un anno prima anche Jacob aveva posato per il fotografo che aveva

immortalato gli sposi. L’uomo sapeva fare bene il suo mestiere, ma la

principessa gli aveva reso il lavoro difficile. La bel ezza che Amalia

d’Austria si era procurata con il giglio fatato era fredda come porcel ana, e il

suo volto era inespressivo sia in fotografia che dal vivo. Il suo sposo, al

contrario, persino sul e foto sembrava fuoco ardente fattosi pietra.

La gente davanti al palazzo era così tanta che Jacob dovette faticare per

raggiungere il portale in ferro battuto. Appena si fermò, le guardie

imperiali gli puntarono contro



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